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Che cos’è il pneumotorace?

È una condizione per la quale si raccoglie aria all’interno del cavo pleurico, spazio “virtuale” tra polmone e parete toracica. L’aria può entrare nel cavo pleurico o per un’improvvisa comunicazione con l’esterno: attraverso la parete toracica (trauma aperti); attraverso l’albero tracheobronchiale (traumi chiusi e/o aperti); mediante la rottura di bolle anche di piccole dimensioni sottopleuriche (pneumotorace spontaneo o primitivo); o come complicanza di patologie polmonari acquisite (enfisema, neoplasie etc.).

Il pneumotorace è una patologia frequente?

Il pneumotorace primitivo (spontaneo) colpisce prevalentemente il sesso maschile (incidenza di 7-18 casi per 100.000 ogni anno per i maschi e 1,2- 6 casi per le femmine) i giovani (seconda-terza decade di vita) soggetti longilinei, magri. Nelle forme da enfisema i soggetti maggiormente colpiti sono i soggetti anziani. Il pneumotorace è gravato da un’alta percentuale di recidiva, in genere intorno al 30%, con un range che va dal 16% al 52% nei soggetti trattati con la semplice osservazione o con il posizionamento di un drenaggio. Il periodo di massimo rischio è da sei mesi a due anni dopo il precedente episodio. Il pneumotorace sembra essere correlato ad una certa familiarità, il fumo di tabacco è un fattore predisponente.

Quali sono i sintomi del pneumotorace?

Il sintomo è il dolore piuttosto forte a volte lancinante in corrispondenza dell’emitorace colpito, può comparire difficoltà alla respirazione (dispnea) più o meno importante a seconda del collasso polmonare e della funzione respiratoria di base. Possono associarsi cianosi e sintomi cardiaci (riduzione della pressione arteriosa, tachicardia, alterazioni dell’elettrocardiogramma) che pongono il problema diagnostico di differenziarlo dall’infarto del miocardio. Questi sintomi possono iniziare dopo un colpo di tosse ed incrementare con la respirazione forzata.

Il torace fa male… sarà forse un pneumotorace?

Circa il 2-3% delle visite mediche ambulatoriali e domiciliari sono in relazione al sintomo dolore toracico. Il dolore toracico può avere molte origini: cardiaco, pleuropolmonare, viscerale, addominale, muscoloscheletrico. La priorità sia del medico ma anche della persona afflitta dal dolore è escludere la provenienza cardiaca: le caratteristiche dei sintomi e la localizzazione, l’età, la mancanza del corredo sintomatologico caratteristico delle patologie cardiache (sudorazione, nausea, vomito), consentono di escludere ragionevolmente l‘origine cardiaca o pericardica dei dolori. L’assenza della febbre e della tosse potrebbe far escludere anche la possibilità di un problema pleuropolmonare infiammatorio. Patologie addominali, prevalentemente sottodiaframmatiche possono provocare sintomatologia dolorosa che può ulteriormente confondere.

Come si fa diagnosi di pneumotorace?

Il sospetto diagnostico deve essere ipotizzato anche in casa del soggetto con le comuni fasi della visita ispezione, palpazione, percussione, ascoltazione. La certezza si otterrà con una radiografia del torace dove sarà possibile rilevare la presenza di aria nel cavo pleurico, la cui quantità sarà presa in considerazione per la fase successiva e cioè la terapia.

Quali sono le possibili complicanze?

Una complicanza assai temibile è il pneumotorace iperteso nel quale l’aria respirata per il determinarsi di una valvola unidirezionale dall’esterno verso l’interno: ad ogni atto respiratorio l’aria entra in quantità maggiore di quanto ne esca per cui si ha un suo accumulo continuo e progressivo nel cavo. La pressione endocavitaria diventa fortemente positiva e il polmone collassa completamente. La spinta dell’aria può provocare difficoltà anche all’attività cardiaca. Se il pneumotorace ipertensivo non viene trattato la persona può morire. È per questo che i trattamento di queste forme è immediato.

Come si cura il pneumotorace?

Il principio del trattamento del pneumotorace è quello di ristabilire le pressioni (negative) all’interno del cavo pleurico per permettere la riespansione del polmone, questo si realizza introducendo un drenaggio nel cavo con un sistema di raccolta che ha una valvola ad acqua che favorisce la fuoriuscita di aria dal cavo pleurico durante la fase espiratoria ed impedisce il suo ingresso durante l’inspirazione. La terapia, viceversa, nel pneumotorace recidivante e nelle forme nelle quali la soluzione di continuo non si chiude con il semplice drenaggio pleurico è chirurgica. L’intervento può essere condotto per via aperta tradizionale toracotomica o per via chiusa toracoscopia (VATS toracoscopia videoassistita) che permette di ridurre il dolore postoperatorio, la degenza ospedaliera e accelerare il recupero della funzionalità respiratoria, mediante degli accessi chirurgici limitati. L’intervento che viene realizzato per via toracoscopica è identico a quello tradizionale. Per la sua realizzazione vengono utilizzati strumenti dedicati comprese le suturatrici meccaniche con le quali possono essere realizzate le resezioni delle bolle. L’intervento si completa con una pleurodesi (incollaggio delle pleure) in modo da unire il foglietto viscerale e quello parietale.