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Che cos’è il cancro gastrico?

Esistono più di 100 diverse forme di cancro che colpiscono le cellule, l’unità fondamentale di ogni organismo vivente. Il cancro sopravviene quando il funzionamento delle cellule diventa anomalo e ne provoca la divisione incontrollata. Anche lo stomaco, come tutti gli altri organi, è costituito da numerosi tipi di cellule che in condizioni normali crescono e si dividono in modo ordinato per produrre altre cellule necessarie a garantire le funzioni vitali. Talvolta questo processo si trasforma in una proliferazione incontrollata, dando luogo alla formazione di una massa di tessuto aggiuntivo chiamato tumore. I tumori possono essere benigni o maligni.

anatomia stomaco• I tumori benigni non sono formati da cellule cancerose. Di solito vengono asportati e nella maggior parte dei casi non danno luogo a recidive. Cosa molto importante, le cellule dei tumori benigni non invadono i tessuti circostanti e non si diffondono ad altre parti dell’organismo. I tumori benigni non mettono in pericolo la vita dei pazienti.

• I tumori maligni sono formati da cellule cancerose in grado di invadere e danneggiare i tessuti e gli organi circostanti. Inoltre, le cellule maligne possono migrare dal tumore originale e infiltrarsi nel circolo ematico o nel sistema linfatico. E’ questo il meccanismo di diffusione del tumore originario (primario) ad altri organi. Tale fenomeno viene chiamato metastasi.

Il cancro dello stomaco (detto anche carcinoma gastrico) può svilupparsi in qualunque zona dello stomaco e diffondersi al suo interno, nonché estendersi ad altri organi, come l’esofago o l’intestino tenue. Il carcinoma gastrico può inoltre migrare attraverso le pareti dello stomaco e attaccare i linfonodi regionali oppure il fegato, il pancreas ed il colon. Anche organi più distanti, quali i polmoni, i linfonodi situati sopra la clavicola e le ovaie possono essere colpiti. Quando il cancro migra in un’altra zona dell’organismo, il tumore di nuova formazione è caratterizzato dallo stesso tipo di cellule anomale e prende il nome della neoplasia originaria. Ad esempio, se il carcinoma gastrico si diffonde al fegato, le cellule neoplastiche presenti in questo organo sono cellule tumorali gastriche. La malattia è definita cancro dello stomaco metastatico (e non cancro del fegato). Tuttavia, quando il carcinoma gastrico migra nelle ovaie, il cancro è chiamato tumore di Krukenberg, dal nome del medico che l’ha scoperto. (Non si tratta di una diversa neoplasia, ma sempre di cancro dello stomaco metastatico. Le cellule cancerose del tumore di Krukenberg sono cellule tumorali gastriche, dello stesso tipo presente nello stomaco).

Quali sono i fattori di rischio del cancro gastrico?
Cenni di epidemiologia, prevenzione.

Ogni anno in Italia 17.000 (dato del 1990) persone scoprono di essere affette da cancro dello stomaco. È una patologia in termini di frequenza ancora molto frequente e le cui cause ancora non sono chiare. Viene riscontrato, nella maggior parte dei casi, in fase avanzata. Il cancro dello stomaco colpisce mediamente le persone con età compresa tra i 45 e i 55 anni. Nel Giappone è molto frequente nell’uomo ed in America del nord è la causa di circa 11.000 decessi l’anno. Il motivo che il cancro gastrico venga scoperto in fase tardiva è in relazione al fatto che in tutto il mondo escluso il Giappone non vengono eseguiti degli screening di massa. I fattori riconosciuti predisponenti il cancro gastrico sono la presenza dell’helicobacter pilory, il fumo, assunzione di cibi salati, ed altri fattori legati alla dieta alimentare. Per quanto riguarda la prevenzione non esiste una causa unica di cancro allo stomaco, quindi è difficile prevenirlo. Un’alimentazione di tipo mediterraneo, con abbondante frutta e verdura e poca carne alla griglia o affumicata sembra avere un effetto protettivo. Anche l’abbandono della sigaretta può aiutare, è stata infatti dimostrata una relazione tra il fumo e la formazione del cancro allo stomaco. Inoltre esiste una relazione tra l’infezione da Helicobacter pylori e il tumore dello stomaco, quindi può essere utile, in caso di sintomi e di accertata presenza del batterio, procedere a una semplice terapia antibiotica che dovrebbe essere in grado di eliminarlo. Non esistono programmi di screening sulla popolazione, ovvero non si consiglia alle persone che non hanno sintomi di sottoporsi a una gastroscopia perchè si tratta di un esame fastidioso e costoso.

Dove è posizionato lo stomaco all’interno dell’addome e qual è la sua funzione?

Lo stomaco è un organo dell’apparato digerente situato nella zona superiore dell’addome, al di sotto delle costole. La porzione superiore dello stomaco è collegata all’esofago mentre quella inferiore conduce all’intestino tenue. Dopo l’ingresso nello stomaco, il cibo viene mescolato e triturato a seguito di un movimento ondulatorio prodotto dalla parete muscolare. Contemporaneamente, i succhi secreti da alcune ghiandole situate nel rivestimento gastrico aiutano la digestione. Dopo circa 3 ore il cibo diventa liquido e passa nell’intestino tenue dove il processo digestivo continua.

 

Quali sono i disturbi che possono presentarsi?

La diagnosi precoce del carcinoma gastrico è piuttosto difficile. Spesso, quando il tumore si trova ad uno stadio iniziale, nessun sintomo è presente e in molti casi il cancro, al momento dell’individuazione, si è già diffuso. Quando i sintomi si manifestano sono spesso talmente vaghi che vengono ignorati dal soggetto colpito. Il cancro dello stomaco può provocare i seguenti disturbi:

Indigestione o sensazione di bruciore (pirosi gastrica);

Malessere o dolori addominali;

Nausea e vomito;

Diarrea o stipsi;

Sensazione di gonfiore allo stomaco dopo i pasti;

Inappetenza;

Debolezza e spossatezza;

Presenza di sangue nel vomito o nelle feci;

Perdita di peso.

Uno qualunque dei suddetti sintomi può derivare dalla presenza di un cancro oppure da altre patologie meno gravi, come un virus gastrico o un’ulcera. Solo un medico sarà in grado di risalire alle cause. Se accusate uno o più dei sintomi sopradescritti, consultate il medico di fiducia, che a sua volta potrà suggerirvi il nome di un gastroenterologo, un medico specializzato nella diagnosi e nel trattamento di malattie dell’apparato digerente.

 

Quali indagini sono necessarie per la diagnosi del cancro dello stomaco?

Al fine di risalire alle cause dei sintomi, il medico vorrà conoscere l’anamnesi del paziente, effettuerà un esame fisico e prescriverà alcuni test di laboratorio. Inoltre, se lo riterrà opportuno, sottoporrà il paziente ad uno dei seguenti esami:

Test per verificare la presenza di sangue occulto nelle feci (Haemocult) viene effettuato ponendo una piccola quantità di materiale fecale su una pellicola di plastica o su uno speciale tipo di carta. Questo esame può essere effettuato dal medico presso il suo studio o da un laboratorio di analisi ed è praticato in quanto il carcinoma gastrico provoca talvolta sanguinamento occulto. Tuttavia, altre patologie non cancerose possono dar luogo a questo fenomeno, pertanto un esito positivo del test non implica necessariamente la presenza di una neoplasia.

– la radiografia con l’assunzione di mezzo di contrasto per bocca (rx digerente). Si tratta di una serie di radiografie dell’esofago e dello stomaco (tratto gastrointestinale superiore) effettuate dopo l’assunzione da parte del paziente di una soluzione di bario, un liquido denso e gessoso. Il bario permetterà al medico di localizzare formazioni tumorali o altre anomalie presenti nello stomaco. Nel corso del test è talvolta necessario introdurre aria nello stomaco allo scopo di rendere visibili anche piccole neoplasie.

– l’endoscopia. Si tratta di un esame dello stomaco e dell’esofago effettuato con l’aiuto di un sottile tubicino dotato di apparato illuminante chiamato gastroscopio che viene introdotto nello stomaco attraverso la bocca e l’esofago. Il medico spruzzerà un anestetico locale sulla gola del paziente per ridurre fastidio e nausea o potrà decidere di somministrare un leggero sedativo per rilassarlo. Attraverso il gastroscopio, il medico esamina direttamente la superficie mucosa dello stomaco e, se rileva zone che presentano anomalie, preleva campioni di tessuto che un anatomo-patologo sottoporrà in seguito all’esame microscopico per individuare eventuali cellule cancerose. Questa procedura (il prelievo di campioni di tessuto per il successivo esame microscopico) si chiama biopsia. Si tratta dell’unico metodo sicuro per individuare la presenza di cellule neoplastiche. La biopsia della mucosa gastrica viene eseguita anche per la ricerca dell’helicobacter pilory.

Coloro che necessitano di una endoscopia con eventuale biopsia potranno desiderare di porre al proprio medico i seguenti quesiti:

• Quanto durerà l’esame endoscopico? L’esame viene eseguito in anestesia, che tipo? L’esame è doloroso?

l’esame endoscopico in mani esperte ha una durata relativamente breve, 5-10 minuti, può essere eseguita in modesta sedazione o con una sedazione più profonda, in realtà questo dipende certamente dalla velocità di esecuzione, da parte dell’endoscopista, ma anche dalla capacità di sopportazione del soggetto. L’esame non può essere considerato doloroso, bensì molto fastidioso: il piccolo tubo deve essere introdotto nel tubo digerente attraverso il cavo orale.

• Dopo quanto tempo conoscerò i risultati?

il referto dell’esame endoscopico viene fornito al termine della procedura stessa. Mentre per quanto riguarda l’esame bioptico (studio eseguito dall’anatomo-patologo ma preceduto dalla preparazione e sezione del pezzo e sua colorazione) il tempo può variare tra i 7 ed i 10 giorni circa.

• Se ho un tumore con chi dovrò parlare del trattamento? Quando?

una volta ricevuti sia il referto dell’endoscopista che quello dell’anatomo-patologo, il medico curante, gli specialisti gastroenterologo o chirurgo di fiducia sono le figure professionali indicate per la successiva fase. Sia in caso di positività del referto anatomo-patologico, ma anche in caso di negatività dei referti. Molto spesso gastroenterologo e chirurgo formano una squadra che collabora con il paziente per la risoluzione del problema, nel caso di positività dopo la fase diagnostica, la squadra viene ampliata con la figura dell’oncologo.

 

Quali esami diagnostici che bisogna eseguire per decidere le fasi successive (stadiazione)?

Se l’anatomo-patologo rileva la presenza di cellule tumorali nel campione di tessuto prelevato, il medico dovrà stabilire lo stadio o estensione della malattia. I test e gli esami effettuati per determinare la stadiazione di un tumore riveleranno all’oncologo se il cancro si è diffuso e, in caso affermativo, quali organi ha colpito. Poiché il cancro dello stomaco di solito produce metastasi nel fegato, nel pancreas e in altri organi adiacenti, oppure nei polmoni, il medico potrà prescrivere una tomografia assiale computerizzata (tac) con mezzo di contrasto (angio-tac), una ecografia, una laparoscopia diagnostica o altri test per esaminare questi organi. Talvolta una stadiazione precisa si può ottenere solamente dopo un intervento, durante il quale il chirurgo rimuove i linfonodi regionali e preleva campioni di tessuto da altre zone addominali. Tali reperti saranno successivamente esaminati da un anatomo-patologo per individuare la presenza di cellule tumorali. I risultati dell’esame delle strutture asportate determineranno la successiva scelta del trattamento. Al termine della fase diagnostica il paziente può essere considerato non resecabile o resecabile. Nei tumori non resecabili (sospetto o conferma con biopsia di metastasi linfonodali a distanza; infiltrazione di strutture vascolari da parte del tumore; evidenza di metastasi e/o anche peritoneali) il paziente, in relazione all’età ed alle condizioni generali, potrà eseguire una chemioterapia e/o radioterapia preoperatoria. Nei tumori resecabili il paziene verrà sottoposto ad intervento chirurgico.

Che tipo di intervento chirurgico può essere eseguito per un tumore dello stomaco?

Il medico svilupperà un piano di trattamento adatto alle necessità del paziente. In caso di carcinoma gastrico il trattamento dipende da vari fattori, quali le dimensioni, la localizzazione, l’estensione e lo stadio del cancro, nonché dalle condizioni generali del paziente ed altri fattori. La maggior parte delle persone affette da cancro vogliono sapere tutto quanto è possibile sulla malattia e il trattamento, allo scopo di divenire partecipi circa le decisioni da prendere riguardo alle opzioni terapeutiche. Il medico è la persona più indicata per rispondere a qualsiasi domanda sulla diagnosi e il trattamento. Quando una persona viene a sapere di avere un cancro, choc e stress sono reazioni naturali. Questi sentimenti potrebbero impedire al paziente di pensare con chiarezza alle domande da porre al medico al riguardo. Spesso può essere di aiuto preparare un elenco di tali domande. Eventualmente, per ricordare meglio i suggerimenti del medico, è consigliabile prendere appunti durante la visita. Alcuni pazienti ritengono utile farsi accompagnare da un parente o un amico, che partecipi alla discussione, prenda appunti o semplicemente ascolti. Non è necessario porre tutti i quesiti e capire tutte le risposte durante il primo colloquio con il medico. Ci saranno numerose occasioni per chiedere ulteriori spiegazioni, chiarimenti ed informazioni. Durante la discussione sulla scelta del trattamento, il paziente potrà chiedere maggiori dettagli sulla possibilità di partecipare ad uno studio clinico, cioè ad uno studio di ricerca su nuovi metodi di trattamento anticancro.

Ecco alcune domande che potreste porre al medico:

A che stadio è la malattia?

Quali sono le opzioni di trattamento? Quale raccomanderebbe per me? Perché?

Mi consiglia di partecipare ad uno studio clinico?

Quali benefici porterà il trattamento?

Quali sono i rischi e i possibili effetti collaterali del trattamento?

Come vengono curati gli effetti collaterali?

• Come potrò prendermi cura di me stesso durante la terapia?

Quanto durerà il trattamento?

I pazienti e le loro famiglie saranno naturalmente preoccupati circa l’efficacia del trattamento. Talvolta si cerca di ottenere maggiori informazioni sulle possibilità di cura o di sopravvivenza basandosi su statistiche, ma è importante ricordare che tali statistiche esprimono dati ottenuti prendendo in esame un numero elevato di pazienti; non ci si può pertanto basare su di esse per sapere che cosa accadrà ad un paziente in particolare, perché ogni persona è un caso a sé, diverso da qualsiasi altro e le risposte al trattamento possono variare enormemente. Il medico curante, che conosce la storia clinica del paziente, è l’unica persona in grado di discutere sulle probabilità di guarigione (prognosi). Quando i medici discutono sulla prognosi di un paziente, usano spesso il termine “remissione” piuttosto che “guarigione”. In effetti, molti dei pazienti affetti da cancro guariscono completamente, tuttavia la malattia può ripresentarsi (in tal caso si parla di recidiva). Ulteriori pareri Le decisioni da prendere sul trattamento sono piuttosto complesse. Pertanto, spesso può risultare utile consultare un altro medico per ottenere un secondo parere sulla diagnosi e sul piano di trattamento.

Esistono diversi modi per procurarsi il nominativo di un medico a cui richiedere una seconda opinione:

• Il medico curante può suggerire al paziente il nome di uno specialista, come un gastroenterologo, un chirurgo, un oncologo medico o un oncologo radioterapista.

• Il paziente può ottenere i nominativi di altri medici presso un ospedale o la facoltà di medicina dell’università.

• Presso tutte le ASL esistono inoltre gli elenchi degli ambulatori e dei centri oncologici con relativi specialisti.

Il consenso informato Primo di sottoporvi a qualunque trattamento il medico che vi segue vi spiegherà dettagliatamente lo scopo e le modalità del trattamento e le conseguenze che questo avrà, quindi vi chiederà di firmare un apposito modulo di consenso, con il quale autorizzate il personale sanitario ad attuare tutte le procedure richieste. Nessun trattamento potrà essere attuato senza il vostro consenso, e prima di firmare l’apposito modulo dovrete avere ricevuto tutte le informazioni necessarie su:

tipo e portata del trattamento consigliato;

vantaggi e svantaggi del trattamento;

eventuali alternative terapeutiche disponibili;

rischi o effetti collaterali significativi del trattamento.

Se le informazioni che avete ricevuto non sono chiare, non abbiate timore a chiedere di ripetervi le spiegazioni. Alcuni trattamenti oncologici sono complessi, per cui i medici sono abituati a spiegare le modalità di trattamento più volte finché i pazienti hanno compreso pienamente in che cosa consistono e che cosa comportano. Se pensate di non essere in grado di decidere subito, potrete sempre chiedere che vi sia lasciato un po’ di tempo per riflettere. Potrete anche decidere di non sottoporvi ad alcun trattamento; in questo caso il medico vi spiegherà che cosa potrebbe succedere a seguito di questa decisione. Metodi di trattamento Se non viene individuato ad uno stadio precoce (cioè prima della diffusione ad altri organi), il carcinoma dello stomaco risulta difficile da curare. Dato lo scarso numero di sintomi che esso presenta nelle fasi iniziali, al momento della diagnosi la malattia si trova purtroppo ad uno stadio già avanzato. Tuttavia, è possibile trattare il cancro dello stomaco avanzato e alleviarne i sintomi. I metodi di trattamento comprendono la chirurgia, la chemioterapia, e/o la radioterapia. Nuovi approcci terapeutici quali la terapia biologica e applicazioni avanzate dei metodi di cura attuali sono in fase di analisi nel corso di studi clinici. Il paziente potrà ricevere un’unica forma di trattamento o una combinazione di diverse terapie. La chirurgia è il metodo di trattamento più comunemente impiegato per il cancro dello stomaco. Durante l’intervento, chiamato gastrectomia, il chirurgo rimuove interamente (gastrectomia totale) o in parte (gastrectomia sub totale o parziale) lo stomaco, unitamente a porzioni di tessuto della zona circostante. Dopo una gastrectomia sub totale, il medico collega artificialmente la porzione di stomaco residua all’intestino tenue, mentre successivamente ad una gastrectomia totale connette direttamente l’esofago all’intestino tenue. Dato che il cancro può diffondersi attraverso il sistema linfatico, durante l’operazione si asportano solitamente anche i linfonodi regionali, perché un patologo possa esaminarli al fine di individuare eventuali cellule tumorali. La loro presenza nei linfonodi, infatti, implica che il cancro potrebbe essersi diffuso ad altri organi.

Ecco alcune domande da porre al medico prima dell’intervento chirurgico:

Di che tipo di intervento si tratta?

Che rischi presenta questo tipo di operazione?

Come mi sentirò dopo l’operazione? Se sentirò dolore, in che modo sarà possibile alleviarlo?

• Dovrò seguire una dieta particolare? A chi dovrò rivolgermi per ottenere consigli su come alimentarmi correttamente?

 

La chemioterapia

La chemioterapia consiste nell’uso di farmaci per distruggere le cellule neoplastiche. Tale tipo di trattamento è detto terapia sistemica, in quanto le sostanze medicinali si diffondono attraverso il circolo ematico. Sono in corso studi clinici svolti allo scopo di individuare i migliori metodi di trattamento per il carcinoma dello stomaco. I ricercatori stanno indagando sui benefici della chemioterapia somministrata prima dell’intervento chirurgico per ridurre le dimensioni del tumore, oppure come terapia adiuvante da iniziare successivamente all’operazione per distruggere le cellule neoplastiche residue. E’ inoltre allo studio la combinazione di chemioterapia e radioterapia e si sta testando un tipo di trattamento in cui i farmaci antiblastici vengono somministrati direttamente attraverso l’addome (chemioterapia intraperitoneale). Gli studiosi stanno anche svolgendo ricerche sulla chemioterapia in quanto trattamento in caso di metastasi e per alleviare i sintomi della malattia. La maggior parte dei farmaci anticancro viene somministrata per via endovenosa, di solito del braccio, mentre alcuni devono essere presi per via orale. Tre sono le principali modalità di somministrazione endovenosa: attraverso una cannula, un tubicino molto sottile che è inserito in una vena del braccio o del polso; attraverso una linea centrale, un tubicino di plastica sottile e flessibile, che è introdotto sotto cute nel torace in una vena molto vicina al muscolo cardiaco; attraverso un catetere venoso centrale periferico (CVCP), un tubicino di plastica che è introdotto attraverso la curva del gomito fino a posizionare l’estremità in una vena vicina al cuore. La linea centrale è inserita in vena nel torace in anestesia generale o locale. La linea centrale può rimanere in vena per diversi mesi; attraverso di essa è possibile non solo iniettare i chemioterapici, ma anche effettuare i prelievi di sangue per gli esami periodici. Potrete fare il bagno o la doccia, e sono pochissime le limitazioni alla vita di tutti i giorni. Prima di essere dimessi dovrete essere sicuri di aver acquisito la necessaria dimestichezza nella cura igienica della linea centrale onde ridurre il rischio di infezione. Per qualunque problema rivolgetevi all’oncologo che vi ha in cura. Il medico potrà optare per un unico tipo di farmaco o per una combinazione di farmaci.

La chemioterapia viene somministrata in cicli: un periodo di trattamento è seguito da un periodo di riposo, quindi da un altro di trattamento e così via. Normalmente ogni persona riceve la chemioterapia come paziente esterno (in ospedale, presso lo studio del medico o a casa). Tuttavia, a seconda del tipo di farmaco somministrato e delle condizioni generali del paziente, potrà rivelarsi necessario un breve ricovero in ospedale.

Ecco alcune domande da porre al medico sulla chemioterapia:

• Qual è l’obiettivo del trattamento?

• Quali farmaci mi verranno somministrati?

• C’è il rischio di effetti collaterali?

• Cosa potrò fare per alleviarli?

• Quanto durerà il trattamento?

• Da quali segnali si potrà capire se la terapia sta funzionando?

 

La radioterapia

La radioterapia (detta anche terapia radiante) consiste nell’uso di radiazioni ad alta energia per distruggere le cellule tumorali e impedirne la proliferazione. Come la chirurgia, la radioterapia è una terapia locale, ovvero l’area trattata è solo quella interessata dalla neoplasia. Le radiazioni inoltre possono essere utilizzate dopo l’intervento chirurgico, allo scopo di eliminare eventuali cellule cancerose residue. Si stanno conducendo studi clinici per verificare l’efficacia della terapia radiante durante l’operazione chirurgica (radioterapia intraoperatoria). La radioterapia può essere anche impiegata per alleviare il dolore a scopo palliativo. Il paziente dovrà recarsi ogni giorno presso l’ospedale o clinica. Di solito la radioterapia viene somministrata per 5 giorni alla settimana per un periodo di 5 o 6 settimane.

Ecco alcune domande da porre al medico prima di sottoporsi alla radioterapia:

Qual è lo scopo del trattamento?

In che modo mi verranno somministrate le radiazioni?

Quando inizierò il trattamento? Quando finirà?

C’è il rischio di effetti collaterali? Cosa potrò fare per alleviarli?

• Da quali segnali si potrà capire se la radioterapia sta funzionando?

 

La terapia biologica

La terapia biologica (detta anche immunoterapia) è una forma di trattamento mirante a stimolare la capacità del sistema immunitario di combattere le cellule tumorali. Viene anche impiegata per attenuare gli effetti collaterali. Durante gli studi clinici, i medici indagano sull’efficacia della terapia biologica usata in combinazione con altri tipi di trattamento per prevenire recidive del cancro dello stomaco. Si fa inoltre ricorso alla terapia biologica quando dopo la chemioterapia i pazienti presentano un numero basso di globuli rossi. In questo caso si somministrano fattori stimolanti le colonie per ristabilire il livello giusto di cellule ematiche. Per alcuni tipi di terapia biologica è necessario il ricovero in ospedale.

Gli studi clinici

Numerosi pazienti affetti da cancro dello stomaco vengono sottoposti a trattamento nel corso di studi clinici. Questi studi sono condotti per scoprire nuovi approcci più efficaci e con minori effetti collaterali e per trovare risposte a questioni scientifiche ancora insolute. I pazienti che partecipano a studi clinici possono beneficiare per primi di un trattamento che si è rivelato promettente in laboratorio. Durante gli studi clinici, alcuni pazienti ricevono il nuovo trattamento mentre altri sono sottoposti alla terapia standard. In questo modo, i medici possono confrontare i risultati dei diversi approcci terapeutici. I pazienti che partecipano a studi clinici danno un importante contributo alla scienza medica e possono avere l’opportunità di beneficiare di un trattamento più efficace rispetto a quelli usualmente in vigore. I ricercatori si servono inoltre degli studi clinici per cercare di ridurre gli effetti collaterali dei vari tipi di trattamento e migliorare così la qualità della vita dei pazienti. Attualmente sono in corso numerosi studi clinici per predisporre nuovi trattamenti per il carcinoma dello stomaco. I pazienti interessati a partecipare ad uno studio clinico dovrebbero discutere di questa opportunità col medico curante.

 

La chirurgia

La gastrectomia è un intervento chirurgico molto serio. Per un certo periodo di tempo successivamente all’operazione, il paziente dovrà limitare le attività per facilitare il processo di guarigione. Durante i primi giorni che seguono l’intervento il malato viene alimentato per via endovenosa. Dopo qualche tempo, la maggior parte dei pazienti è in grado di assumere liquidi e di passare gradualmente ai cibi morbidi a quindi a quelli solidi. L’asportazione totale dello stomaco comporta difficoltà di assorbimento della vitamina B12, necessaria alla formazione delle cellule del sangue e nervose, per cui ai pazienti verrà prescritta una cura di iniezioni di questa sostanza. Alcuni pazienti avranno difficoltà temporanee o permanenti nella digestione di determinati alimenti, e dovranno pertanto modificare il proprio regime alimentare per qualche settimana o mese oppure permanentemente. Il medico o il dietista (uno specialista nel campo della nutrizione) forniranno tutti i dettagli sui cambiamenti da apportare alla dieta. Talvolta, i pazienti che hanno subito una gastrectomia potranno accusare spasmi, diarrea e capogiri dopo aver mangiato, poiché il cibo e i liquidi raggiungono troppo velocemente l’intestino tenue. Questi sintomi costituiscono la sindrome da rapido svuotamento gastrico (dumping syndrome), i cui effetti peggiorano se si ingeriscono cibi con elevato contenuto di zuccheri. La dumping syndrome viene trattata modificando il regime alimentare del paziente. I medici suggeriscono spesso a coloro che sono affetti da tale patologia di assumere diversi pasti leggeri nel corso della giornata, evitare i cibi contenenti zuccheri e privilegiare gli alimenti ricchi di proteine. Al fine di ridurre la quantità di liquidi introdotta nell’intestino tenue, si consiglia ai pazienti di non consumare bevande durante i pasti. Infine, esistono farmaci che permettono di tenere sotto controllo la sindrome. I sintomi tendono di solito a scomparire entro un periodo compreso tra i 3 e i 12 mesi, ma possono diventare permanenti. In seguito alla gastrectomia, la bile contenuta nell’intestino tenue potrebbe risalire verso la porzione residua di stomaco o nell’esofago, generando i sintomi avvertiti comunemente in caso di cattiva digestione. Il medico prescriverà una cura farmacologica o suggerirà prodotti da banco adatti ad alleviare tali disturbi. Alimentazione dei malati di cancro Alcune delle persone sottoposte a trattamento per un cancro allo stomaco trovano difficoltà ad alimentarsi correttamente. La malattia, così come le sensazioni di stanchezza o disorientamento, causano spesso la perdita dell’appetito. In effetti, disturbi come nausea, vomito, dolori alla bocca o la dumping syndrome possono rendere difficile l’ingestione dei cibi. I pazienti reduci da un intervento chirurgico allo stomaco si sentiranno con ogni probabilità sazi anche dopo aver ingerito una piccola quantità di cibo. Per alcuni il sapore degli alimenti potrà cambiare. Tuttavia, nutrirsi bene in questo periodo è molto importante. Un’adeguata alimentazione significa un apporto sufficiente di calorie e proteine utile a prevenire perdite di peso, recuperare energia e rigenerare tessuti sani. Medici, personale infermieristico e dietisti possono fornire un valido aiuto consigliando i pazienti sul miglior modo di alimentarsi durante il trattamento antitumorale.

Il sostegno ai pazienti

Convivere con una grave malattia non è facile. I pazienti neoplastici e i loro cari si troveranno di fronte a numerosi problemi e sfide, che sarà più semplice risolvere disponendo di informazioni utili e di servizi di sostegno. Le persone affette da tumore potranno nutrire preoccupazioni riguardo alla possibilità di continuare a lavorare, occuparsi della famiglia o svolgere le normali attività quotidiane. E’ inoltre molto diffusa la paura di esami, terapie, ricoveri in ospedale, nonché di dover far fronte a ingenti spese mediche. I medici, il personale infermieristico ed altri membri dell’équipe di assistenza potranno rassicurare il paziente risolvendo tutti i suoi dubbi sul trattamento e la ripresa del lavoro o di altre attività. Per coloro che desiderano parlare dei propri sentimenti e confidare le proprie ansie, un colloquio con un infermiere/a, uno psicologo, un assistente sociale, o un religioso potrà essere di aiuto. Gli amici e i parenti del malato potranno dare un notevole contributo. Inoltre, molti pazienti sentono la necessità di parlare con altre persone che stanno vivendo la stessa esperienza. I pazienti spesso si riuniscono in gruppi di autoaiuto, all’interno dei quali possono condividere le informazioni apprese su come affrontare il cancro e sugli effetti del trattamento. Tuttavia è importante ricordare che ogni persona è un caso a sé. I trattamenti e metodi terapeutici che funzionano per un paziente possono rivelarsi non efficaci per un altro, persino se entrambi sono affetti dalla stessa forma di tumore. Quindi sarà sempre una buona idea discutere con un medico sui consigli forniti da amici e parenti. Spesso un assistente sociale ospedaliero o il Servizio di Informazione Oncologica Nazionale “SOS Tumori” potranno suggerire gruppi locali e nazionali che saranno di aiuto per la riabilitazione, il supporto psicologico, i trasporti e l’assistenza domiciliare.

 

Le cause del carcinoma gastrico

L’incidenza del cancro dello stomaco e il numero di vittime di questa malattia si sono ridotti notevolmente negli ultimi 60 anni. Tuttavia, il carcinoma gastrico è una malattia molto grave e in numerosi ospedali e centri di ricerca di diversi paesi si stanno conducendo numerosi studi per ampliare le conoscenze sulle cause e sui metodi di prevenzione. Allo stadio attuale, i medici non sono in grado di stabilire perché una persona si ammala di cancro allo stomaco e un’altra no, ma si sa con certezza che questa malattia non è contagiosa. I ricercatori hanno scoperto che alcune persone sono maggiormente predisposte di altre a sviluppare il cancro dello stomaco. Questa neoplasia colpisce in prevalenza le persone di età superiore ai 55 anni e gli uomini in percentuale doppia rispetto alle donne. Il carcinoma gastrico ha una maggiore incidenza in alcune zone del mondo, quali il Giappone, la Corea, alcuni paesi dell’Europa Orientale e l’America Latina. Gli abitanti di queste zone consumano abitualmente cibi essiccati, affumicati, conservati sotto sale o sottaceto che, secondo gli studiosi, svolgerebbero un ruolo importante nello sviluppo del cancro dello stomaco. Invece, i cibi freschi (in particolare frutta e verdura e alimenti surgelati o conservati adeguatamente in frigorifero) assumono una funzione protettiva contro tale patologia. L’ulcera dello stomaco non aumenta apparentemente il rischio di contrarre il carcinoma gastrico. Tuttavia, secondo alcuni studi, un batterio, l’Helicobacter pylori, di solito causa di infiammazioni ed ulcere gastriche, può rappresentare un importante fattore di rischio per questa malattia. Inoltre, sempre in base ai risultati della ricerca, i pazienti che hanno subito un intervento chirurgico allo stomaco o affetti da anemia perniciosa, acloridria o gastrite atrofica (che in genere producono una riduzione della quantità di succhi gastrici) sono soggetti ad un rischio più elevato di carcinoma gastrico. L’esposizione sui luoghi di lavoro a determinati agenti quali polveri o esalazioni è collegata ad un rischio più alto della media di contrarre un cancro dello stomaco. Anche il fumo contribuisce ad aumentare tale rischio. Si consiglia a coloro che ritengono di essere soggetti a rischio per il cancro dello stomaco di parlare dei propri dubbi e preoccupazioni con il medico, il quale potrà pianificare un apposito programma di visite di controllo in modo da individuare al più presto possibile l’apparizione di qualunque forma tumorale.