Ne soffre almeno 1 italiano adulto su 10, ma non sempre sono da operare. Spesso rimangono asintomatici e non vi è indicazione all’intervento chirurgico
I calcoli della colecisti, o litiasi della colecisti, sono una malattia della cistifellea che comporta la presenza di formazioni dure, solide, simili a sassi, di dimensioni variabili da pochi millimetri a qualche centimetro, all’interno della colecisti; formazioni che derivano dalla precipitazione di componenti della bile in seguito ad una alterazione della loro concentrazione. Si dinstinguono due tipi fondamentali di calcoli:
- oli pigmentati (bruni, diffusi soprattutto in Asia, e neri, non associati ad infezioni biliare)
- calcoli di colesterolo, che rappresentano circa il 70% dei casi nei Paesi Occidentali
Come si formano I calcoli?
Innanzitutto è utile ricordare che la bile è una soluzione acquosa costituita da colesterolo, fosfolipidi (soprattutto lecitina), sali biliari, elettroliti, proteine e bilirubina, indispensabile alle prime fasi di digestione degli alimenti. “La bile viene prodotta dagli epatociti nel fegato e in parte si raccoglie nella colecisti (detta anche cistifellea), per essere concentrata, prima di essere convogliata lungo le vie biliari Quando si alterano le concentrazioni di uno o più componenti della bile la soluzione tende a precipitare e formare dapprima una bile più densa e poi i calcoli” spiega Prof. Marco Catani, responsabile Blocco operatorio del Dipartimento di Emergenza ed Accettazione (DEA) del Policlinico Umberto I.
Chi colpisce: fattori di rischio o predisponenti
“Colpisce soprattutto donne tra i 25 e i 60 anni – prosegue Prof. Catani – e si associa spesso con gravidanze multiple, obesità o rapidi cali ponderali. Si parla delle cosiddette 4F: Female, Fertility (in età fertile o che hanno avuto gravidanze), Fourthy, Fat”.
Diverse ricerche hanno dimostrato che i principali fattori da prendere in considerazione, oltre al sesso (abbiamo detto donne, le più colpite) ed eventuali gravidanze, sono l’età, la familiarità, eventuali diete o condizione di obesità, patologie quali il diabete, l’uso prolungato di alcuni farmaci:
- Sesso femminile e gravidanza – l’esperto specifica il perché le donne con litiasi della colecisti siano il doppio rispetto agli uomini: “gli ormoni femminili hanno effetti sia sulla secrezione di colesterolo biliare che sulla motilità colecistica, attraverso un effetto diretto sulla muscolatura dell’organo. Detto ciò è comprensibile che la gravidanza rappresenti un’ulteriore fattore predisponente, vista la quota molto elevata di estrogeni e progesterone che caratterizza questa fase della vita della donna”.
- Età – maggiore è l’età, maggiori le probabilità di soffrire di calcolosi della colecisti; se è rarissima fino all’asdolescenza, tra gli ultrasettantenni a soffrire di litiasi della colecisti sono 2 uomini su 10 ed addirittura 1 donna su 3.
- Familiarità
- Obesità – rientra tra i maggiori fattori di rischio. Tale condizione, infatti, “favorisce sia la sintesi dei calcoli di colesterolo sia la riduzione della motilità della colecisti”.
- Diete – Sotto accusa dimagrimento rapido con diete ipocaloriche, diete povere di fibre o all’opposto ricche in carboidrati raffinati o grassi. “Il rapido dimagrimento ottenuto con l’impiego di diete a basso contenuto calorico si è rivelato un chiaro fattore di rischio per calcolosi biliare in circa un terzo dei pazienti”.
- Diabete – “Nel diabete, che spesso si associa anche ad altri fattori di rischio quali obesità e ipertrigliceridemia, si verifica una ridotta motilità colecistica e un aumento della secrezione biliare di colesterolo”.
- Farmaci – “L’uso prolungato di estrogeni (contraccettivi orali, terapia postmenopausale, terapia ormonale specifica negli uomini) sembrerebbe aumentare di due volte il rischio di colelitiasi”.
Sintomi
Oltre la metà dei pazienti con calcolosi della colecisti è asintomatica ed “estremizzando, si può arrivare alla morte senza aver mai avuto alcun sintomo”.
Il sintomo più comune riferito è il “dolore epigastrico dopo mangiato, soprattutto in seguito a pasti abbondanti ricchi di grassi; la stimolazione della colecisti può anche portare ad avere coliche”. Ed è proprio la colica biliare la più comune sintomatologia associata alla calcolosi della colecisti.
“Nella maggior parte dei casi il dolore è molto intenso ed è localizzato nella zona al di sotto dello sterno (epigastrio), in numero minore al fianco destro (ipocondrio). Può durare da qualche decina di minuti fino ad alcune ore e può essere associata anche a nausea e/o vomito”.
Diagnosi e cura
L’esame che viene effettuato per diagnosticare la litiasi della colecisti è l’ecografia epatica.
“Se il paziente non ha sintomi o complicanze è sufficiente sottoporsi a controlli medici periodici. Viceversa, nei casi di litiasi della colecisti sintomatica, l’indicazione è il trattamento chirurgico. Il gold standard in questi casi è la colecistectomia in laparoscopia, se possibile effettuata in Day Surgery”.
Pancreatite acuta e calcolosi del coledoco: le possibili complicanze
“La colecistite acuta, di solito causata da un’ostruzione acuta del dotto cistico da parte di un calcolo, è la complicanza più frequente della litiasi colecistica”.
Altra possibile complicanza è la calcolosi del coledoco, ovvero del tratto finale comune delle vie biliari da cui passa tutta la bile prima di essere immessa nel duodeno; in questo caso i calcoli, originati nella colecisti, vengono trasportati nel coledoco a causa delle loro minime dimensioni. Molto più rara la perforazione della colecisti che occorre soprattutto negli anziani e negli immunodepressi e che richiede un intervento d’urgenza.
“Il trattamento in tutti questi casi è l’intervento chirurgico di colecistectomia, cioè l’asportazione della colecisti infetta”.
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